La Cabilia è la zona dell’Algeria popolata prevalentemente da Berberi. Ha inizio ad un centinaio di chilometri ad est di Algeri e si estende per
circa 60.000 chilometri quadrati tra la costa e l’interno, sulla catena montuosa del Djurdjura, ad un'altezza che va dagli 800 ai 2.000 metri.
La sua popolazione, i Càbili, in berbero Leqbayel, parla il Càbilo, o Taqbaylit, un dialetto berbero parlato da circa 4 milioni di persone.
Nell'antichità questa regione era abitata dalle Quinque Gentes, le "cinque tribù", note per la loro insofferenza e per le rivolte al potere di Roma.
È probabile che da questo derivi la parola Cabilia, che in arabo significa "le tribù".
Nonostante la sua natura montuosa, la Cabilia ha un'elevata densità di popolazione. I numerosi villaggi sono tradizionalmente costruiti sulle
creste dei monti, per lasciare spazio alle colture sui fianchi e nelle vallate. Questa posizione aveva lo svantaggio di una certa lontananza
dalle sorgenti d'acqua, collocate molto più a valle. Per secoli, e in molti villaggi ancora oggi, il compito di scendere alla fonte per il
rifornimento d'acqua della casa è toccato alle donne, che intorno alla fonte avevano il loro luogo di riunione, che corrispondeva in un certo
qual modo alla piazza dell'assemblea degli uomini, il tajmaât, collocata al centro del villaggio.
La situazione economica della Cabilia è caratterizzata da forte disoccupazione e alti tassi di emigrazione. Attualmente sono le rimesse
degli emigrati e i salari degli impiegati in altre zone del paese a sostentare una gran parte della popolazione.
L'agricoltura di montagna
è resa difficile dalla grande partizione delle terre; l'erosione riduce le scarse superfici coltivabili e l'agricoltura è scarsamente
meccanizzata. Le grandi imprese agrarie, fondate in Algeria durante la cosiddetta "rivoluzione agraria", non hanno potuto essere realizzate
nella Cabilia per motivi topografici. La maggior parte dei campi, divisi in piccoli lotti, sono lavorati da piccole imprese private o comunque
familiari, che coltivano ulivi, fichi e ciliege. In genere il raccolto soddisfa soltanto il fabbisogno dei coltivatori.
Nonostante questa sia la zona a più alta densità di popolazione nel paese, le sue infrastrutture sono scarse e l'industria è poco sviluppata.
Perfino la lavorazione delle olive, che rappresenta il settore più importante, viene fatta manualmente.
Alla fine degli anni Sessanta fu inaugurato un piano di sviluppo quinquennale per la regione. Sorsero il polo tessile di Draa ben Khedda alla periferia della Cabilia,
l'elettrocomplesso di Oued Aissi in un sobborgo di Tizi-Ouzou, il capoluogo della regione. Nel 1973, con l'apertura di cinque alberghi,
il turismo divenne un settore economico di un certo interesse. Inoltre era prevista l'introduzione della corrente elettrica, dell'acqua
corrente e la costruzione di molte scuole elementari.
La rete stradale è poco sviluppata e ha subito miglioramenti minimi, i collegamenti
ferroviari sono quasi inesistenti, una sola linea collega Tizi-Ouzou all'Algeria orientale. Anche l'aeroporto di Bedjaia, che è stato costruito
negli ultimi anni, viene utilizzato soprattutto per voli interni.
Il sottosviluppo, l'alto incremento demografico e le carestie hanno costretto molti Càbili ad emigrare;
l'emigrazione verso la Francia è in corso dalla seconda metà del 1800.